E' in questo periodo infatti che lo strumento viene inserito per la prima volta in orchestra e contestualmente i compositori cominciano a scrivere pagine che diventeranno capolavori di bellezza e complicazione con i quali i solisti odierni ancora si misurano.
La tromba utilizzata nel periodo barocco era di forma piuttosto allungata, con una campana piuttosto piccola all'estremità, ed era definita "naturale". Priva di meccanismi, la lunghezza del tubo costituiva la tonalità dello strumento. Una volta scelta la tonalità (le più diffuse erano in Do e in Re, ma ne esistevano anche in Mib, Fa ecc.) la tromba poteva produrre solo i suoni armonici della fondamentale.
E' grazie a Claudio Monteverdi che nel 1607, a Mantova, la tromba entra a far parte dell'organico orchestrale nell'introduzione all'opera Orfeo.
Se a Monteverdi va riconosciuto il merito di aver aperto le porte dell'orchestra alla tromba, è invece a Bach che va restituito il merito di aver portato al massimo sviluppo tecnico-esecutivo lo strumento grazie alla complessità delle sue opere.
Nel 2° Concerto Brandeburghese la tromba naturale tagliata nella tonalità di Fa deve produrre una performance di elevatissima difficoltà. All'epoca di Bach solo Gottfried Reiche poteva eseguire spartiti tanto complessi, ora grazie allo sviluppo di moderne metodologie di studio l'esecuzione delle opere di Bach è accessibile a chi si dedica con grande costanza allo studio dello strumento.
Qui sotto puoi osservare l'esecuzione del I mov. del 2° Concerto Brandeburghese con tromba naturale.
Tra i molti compositori che tra il 1600 e il 1700 dedicarono pagine importanti alla tromba vi fu anche Giuseppe Torelli.
Compositore molto prolifico, soprattutto nei confronti della tromba, Torelli prestò servizio per molti anni come compositore per la Basilica di San Petronio a Bologna.