Il nome del museo (Museum of Imaginary Musical Instruments), che ha dimensione virtuale, mostra la capacità immaginativa di artisti, progettisti, musicisti che hanno provato a sviluppare nuovi strumenti musicali, a volte surreali (vedi il Pianoforte a gatti), senza però poter vedere le loro opere concretizzarsi.
Grazie al lavoro di ricerca che dal 2013 portano avanti i musicologi americani Deirdre Loughridge e Thomas Patteson ha preso vita questa bella raccolta di progetti che spaziano in un arco temporale larghissimo, dagli strumenti di tortura di epoca romana (Toro di Falaride) fino ai suoni futuribili della sequenza di DNA immaginati da Richard Powers nel suo ultimo romanzo Orfeo (2014).
Qui sotto riporto alcune immagini dei progetti, disegni, digrammi contenuti nel Museo.