Ravel scelse il Bolero attratto dall'ossessività ritmica e dalla semplicità melodica di questa danza spagnola che nel Settecento si era diffusa in Europa.
La prima esecuzione del Bolero avvenne il 22 Novembre 1928 e ottenne un successo clamoroso.
A livello emotivo il Bolero di Ravel appare estremamente forte e coinvolgente grazie al poderoso crescendo orchestrale che caratterizza tutto lo sviluppo dell'opera.
Se timbro e dinamica sono due parametri fondamentali della musica del ventesimo secolo, allora il Bolero ne è una degna annunciazione e Ravel il suo profeta.
Due soli temi che si sviluppano esclusivamente sull'asse dinamico e su quello timbrico, senza nessuna tradizionale evoluzione melodica.
Il brano è strutturato in due temi principali: A e B esposti da diversi strumenti dell'orchestra.
La versione di Bolero diretta da Valery Gergiev rispetta rigorosamente il metronomo fornito da Ravel e predilige un rigore raramente riscontrabile nella maggior parte delle interpretazioni dell'opera.
Il Boléro è in Do maggiore, e comincia letteralmente pianissimo, come indicato sugli spartiti. Il tamburo introduce la base ritmica che accompagnerà tutto il brano, le viole e i violoncelli lo accompagnano in pizzicato (cioè suonati con le dita, senza l’archetto), e un flauto esegue per la prima volta il celebre tema, indicato spesso come A. Ravel si ispirò alla danza tradizionale spagnola conosciuta proprio come boléro, che si pensa abbia origine araba e che è caratterizzata da una scansione ritmica in 3/4 (in cui, quindi, la battuta è composta da tre battiti della durata di un quarto). Il tema A dura diciotto battute, dopo le quali viene ripetuto una seconda volta ma da un clarinetto, mentre il flauto si aggiunge al tamburo per la base ritmica. Al terzo giro, un fagotto esegue il secondo tema, il B, che si basa su una scala diversa e contiene alcune note che richiamano immediatamente atmosfere arabe. Poi il tema B viene eseguito di nuovo, da un clarinetto.
Pian piano, in un crescendo che rende il Boléro sempre più imponente, si aggiungono molti strumenti, dagli ottoni come la tromba ai legni come l’oboe agli archi come i violini. Ravel incluse anche il sax tenore, uno strumento poco comune nella musica orchestrale ma tipico del jazz, di cui era un appassionato. Per tutto il brano la melodia rimane esattamente la stessa, così come l’andamento ritmico: l’unica variazione arriva nelle ultimissime battute, in cui c’è un brusco passaggio alla tonalità di Mi maggiore, che dopo cinque battute ritorna sul Do maggiore.
Il 1928 è l'anno in cui Arnold Schoenberg completa la sua Opera 31, composizione per orchestra in cui agli strumenti tradizionali si aggiungono i timbri della celesta e del mandolino.
Sempre nel 1928 è andata in scena l'Opera da tre soldi di Kurt Weill, nata dalla collaborazione tra il compositore e lo scrittore Bertold Brecht.
Il 1928 è anche l'anno dell'inizio dell'attività discografica a Parigi del chitarrista Django Reinhardt.
Proposta di attività didattica
Esegui con il flauto il tema A e successivamente compila l'elenco degli strumenti che espongono il tema A.