In questa indagine, sintetica per ragioni di spazio e accessibilità contenutistica, ci guiderà la linea cronologica delle principali invenzioni in ambito tecnologico musicale.
Si avvera così l'antico sogno di "catturare" il suono e poterlo riascoltare un numero infinito di volte prescindendo dagli esecutori.
Il fonografo di Edison è un oggetto piuttosto rudimentale, dalla qualità sonora assai scarsa se paragonata agli standard attuali.
Il suono viene registrato su cilindri di cera incisi mediante una puntina metallica. La capacità di registrazione consisteva in quattro minuti ca.
Dieci anni più tardi, nel 1887, Emile Berliner trasforma il cilindro di Edison in un disco e chiama grammofono la macchina utilizzata per leggerlo.
Si tratta del primo antenato del disco in vinile che dominerà il consumo musicale per gran parte del ventunesimo secolo.
In quegli stessi anni si sviluppa una grande ricerca in ambito musicale nel tentativo di dare vita a nuovi strumenti musicali, nuove musiche e nuove modalità di fruizione musicale.
Nel 1897 l'inventore statunitense Thaddeus Cahill costruisce il Telharmonium, primo strumento che usa l'elettricità per produrre i suoni.
Lo strumento è composto da una doppia testiera e da una fitta rete di cavi e ingranaggi.
L'intuizione di utilizzare la tensione elettrica per produrre suono genera nuove idee. E' il 1919 quanto Léon Theremin costruisce il Thereminvox.
Lo strumento si presenta dotato di due antenne capaci di captare la distanza delle mani dell'esecutore: una controlla l'altezza del suono, l'altra controlla l'intensità.
Il Thereminvox è uno strumento che ha avuto un buon successo soprattutto nella realizzazione di colonne sonore di film di fantascienza.
Negli anni successivi vedranno la luce le Onde Martenot (1928), il Trautonium (1930) e l'organo Hammond (1935). Proprio quest'ultimo strumento avrà una grande diffusione tra i musicisti jazz e rock.
In Italia, intorno al 1910, Luigi Russolo inventa l'Intonarumori, strumento realizzato nell'intento di riuscire a manipolare ronzii, gorgoglii, rumori ecc.
Contemporaneamente a quel che accade a livello tecnologico, anche i compositori iniziano a sviluppare nuovi linguaggi musicali che, con il progredire delle macchine a disposizione, si allontanano sempre di più dai linguaggi tradizionali.
In Europa le nuove tendenze musicali trovano corpo in Francia e in Germania. Nel primo caso, nascono gli Office de Radiodiffusion Télévision Française dove verso la fine degli anni Quaranta inizia a lavorare Pierre Schaeffer dando vita alla Musica Concreta (ascolta Solfeggio dell'oggetto sonoro di Schaeffer).
Quasi contemporaneamente in Germania nascono gli studi Westdeutscher Rundfunk dove si lavora alla ricerca di nuovi suoni attraverso generatori elettrici: questo approccio prenderà il nome di Musica Elettronica.
Tra gli esponenti più importanti della corrente è Karlheinz Stockhausen (dell'autore ascolta Kontakte).
In Italia lavorano presso gli studi di fonologia della RAI compositori come Bruno Maderna, Luigi Nono e Luciano Berio.
Nel 1957 nasce un programma per compositori e ricercatori che segna una svolta epocale: con MUSIC I inizia l'era della musica digitale.
Per le dimensioni ridotte, a partire dagli anni '80 si diffuse la pratica dell'ascolto musicale in mobilità grazie ai Walkman e ai mangiacassette per automobile.
Il primo sintetizzatore è realizzato nel 1964 da Robert Moog.
Grazie alla novità dei suoni generati, alla comodità della tastiera, ai comandi posti sul pannello frontale e alla facile mobilità dello strumento, il sintetizzatore avrà un enorme successo presso i musicisti di ogni stile. Infatti, i sintetizzatori vengono inseriti nei concerti jazz, rock, d'avanguardia ecc.
Sotto puoi osservare Roger Waters, leader dei Pink Floyd, intento a esplorare un sintetizzatore.
Anche a livello istituzionale si registra un grande interesse per le nuove tecnologie in ambito musicale, nascono quindi centri come l'IRCAM a Parigi, il Centro di Sonologia Computazionale di Padova, il centro Tempo Reale a Firenze ecc.
Nella seconda metà degli anni Ottanta si assiste all'espansione dei software per la programmazione musicale: nel 1983 nasce il protocollo MIDI e sempre negli stessi anni si diffonde il compact disc.
Negli anni Novanta si assiste a una nuova, radicale rivoluzione tecnologica: la nascita di Internet.
Con l'estensione della rete internet e la conseguente diffusione dei computer si è progressivamente abbandonato l'utilizzo dei supporti fisici (disco, CD) a vantaggio di formati audio facilmente trasferibili per posta elettronica, bluetooth e sistemi di messaggeria: si tratta dell'MP3.
La diffusione dell'informatica provoca due effetti: la possibilità per ogni musicista di autoprodurre i risultati della propria creatività contenendo i costi, e la successiva entrata in crisi dei centri di ricerca e dell'industria discografica.
Nel 2008 nasce la start up svedese Spotify, piattaforma in streaming per la fruizione di musica. Il fondatore Daniel Ek intuì che rendere disponibile moltissima musica a prezzi molto bassi avrebbe potuto rendere parecchio in termini di guadagni.
Per facilità di utilizzo e libreria (più di 30 milioni di brani disponibili) Spotify è riuscita a battere tutti i concorrenti con servizi simili (vedi Apple con iTunes).
Un dato: dopo 4 giorni dall'annuncio di Apple della messa in commercio di App per device ne sono state scaricate 10 milioni.
Alcune pop star sono state in grado di interpretare in modo vantaggioso il cambiamento dei tempi e volgere a loro favore l'avvento delle novità tecnologiche.
E' il caso dell'artista svedese Bjork, che con l'aiuto del giovane programmatore Max Weisel, nel 2011 ha presentato il primo album acquistabile in due formati: CD e app.
Si tratta di Biophilia, primo app-album che nella versione app offre un'esperienza sensoriale giocata sui piani uditivo e visivo.
Björk ha voluto che quelli che avrebbero poi ascoltato le sue canzoni si sentissero più attivamente coinvolti, arrivando a poterle modificare in prima persona. Per questo ha commissionato un’applicazione per iPad con cui gli utenti potranno manipolare la sua musica attraverso diversi giochi e remix che mostrano quali sono i principi musicali e scientifici su cui si fonda ogni canzone. Per prepararsi alla scrittura di Biophilia Björk dice infatti di avere studiato astrofisica, neurologia e biologia, perché il tema del disco è la relazione tra l’uomo e la natura, e tra l’uomo e la scienza.
Le canzoni di “Biophilia” – raccontano sul sito di NPR – sono diverse da tutti i suoi lavori precedenti, nella parte di accompagnamento musicale. Oltre a sintetizzatori, corni e violini, Björk usa strumenti particolari costruiti apposta per il disco, o oggetti che nascono per altri scopi. Tra questi una gravity harp (un’arpa a gravità), una bobina di Tesla, un gruppo di pendoli e la “gameleste”, un ibrido tra gamelan e celesta, suonato con un iPad già durante le registrazioni.
Oggi si può assistere con sempre maggiore frequenza a concerti in cui l'interfaccia digitale dialoga con strumenti acustici, o concerti in cui l'interfaccia funziona da controllo remoto per altre macchine (live electronics).
In epoca contemporanea (2019) sono sempre più diffusi i sensori di cui musicisti-compositori si avvalgono per trasformare, rielaborare, programmare gesti e/o oggetti al fine di ottenere suoni elettronici in tempo reale.
Un caso recente e di successo è rappresentato da Mogees, sensore ideato dall'italiano Bruno Zamborlin, che vede l'utilizzo dell'hardware combinato a un'interfaccia sviluppata per smartphone o tablet.
Attualmente sono in fase di sviluppo alcune innovazioni musicali che fanno riferimento al cosiddetto IoT (Inernet of things), cioè il controllo attraverso Internet di oggetti di comune utilizzo (luci, serrature delle porte, persiane, frigoriferi, automobili, strumenti musicali).
La rete Internet, insieme a interfacce digitali e hardware (per esempio Arduino), oggi può mettere in esecuzione brani musicali.